Durante le appena trascorse vacanze estive, molto spesso ho notato i post di conoscenti e amiche in viaggio da sole. Ho osservato come, fortunatamente, anche le donne negli ultimi anni stanno iniziando a viaggiare da sole.

I pregiudizi, però, sono sempre in agguato e si è portati a pensare che se una donna intraprende un’esperienza di viaggio da sola lo faccia perché non ha altre possibilità, prima fra tutti la compagnia di un partner o di un’amica. Come vedremo, in realtà le motivazioni per viaggiare da sola vanno molto oltre alla solitudine di per sé.

Il viaggio in solitaria ha sempre avuto un’accezione spirituale e religiosa, ma dagli anni ’60 in poi, con la diffusione della cultura hippie, ha iniziato a modificarsi anche la visione del viaggio e si è diffusa la cultura del viaggio “zaino in spalla” (o backpackers) per indicare viaggiatori soli o in piccoli gruppi, con un budget basso e la voglia di esplorare luoghi inusuali con un atteggiamento di scoperta anche verso se stessi. Ai giorni nostri, infine, è diventata comune la terminologia di “solo traveler” (cioè viaggiatore solitario) per chi vuole, in solitaria, scoprire la sensazione della scoperta.

Motivazioni per cui una donna viaggia da sola 

Se in generale ogni turista è mosso verso la ricerca di esperienza che fornisce la sensazione di fuga, libertà e piacevolezza, sembra che la relazione tra viaggio ed esperienza sia il punto chiave per comprendere la motivazione di una donna a viaggiare da sola. In generale, tali motivazioni sono chiaramente individuali, ma è possibile rintracciarne alcune comuni:

  • volontà di uscire dalla propria zona di comfort per sviluppare un senso di autonomia e indipendenza
  • sfida e crescita personale
  • meaningful travel: viaggio come (ri)scoperta della propria identità, dei propri valori e per acquisire nuove competenze
  • interazione con altri turisti e con autoctoni dei posti visitati

Limitazioni al viaggio in solitaria

Sebbene, come già accennato, è sempre più frequente vedere ragazze e donne in viaggio da sole, la società odierna impone ancora dei limiti alla libertà femminile di intraprendere questa avventura.

Analizzando più a fondo la letteratura relativa ai viaggi, si scopre che già da secoli le donne viaggiano da sole, e che chi aveva la fortuna di poterlo fare ha lasciato molte testimonianze, soprattutto nell’epoca vittoriana, ma anche a partire da periodi molto precedenti!

Tuttavia, soprattutto nel passato, il ruolo femminile era relegato alla gestione della casa e della famiglia ed era quindi considerato inappropriato per una “signora” che potesse viaggiare da sola per puro piacere.

Anche al giorno d’oggi, le donne esperiscono maggiori costrizioni nell’intraprendere un viaggio da sole. In primo luogo, è molto più frequente per una ragazza avvertire un esagerato timore di essere aggredita sia durante gli spostamenti, sia durante i pernottamenti.

In generale, le limitazioni esperite da una donna al viaggiare da sola possono appartenere a quattro categorie: socio-culturale (influenza delle aspettative sociali, del ruolo femminile, della percezione altrui del proprio viaggiare e delle attenzioni non volute durante il viaggio), personale (limitazioni relative alla propria percezione di sé, alle proprie credenze ed emozioni), pratica (problematiche quali mancanza di tempo e denaro, conoscenze a destinazione, stress e fatica nel girare da sole) e spaziali (restrizione delle destinazioni adatte a una donna da sola)

Bibliografia

Wilson, E., & Little, D. E. (2005). A “relative escape”? The impact of constraints on women who travel solo. Tourism Review International9(2), 155-175.

Pereira, A., & Silva, C. (2018). Women solo travellers: motivations and experiences. Millenium, (6), 99-106.

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