Se la maggior parte delle persone, compresi i bambini, apprezzano la musica e ne traggono piacere, esiste una parte della popolazione (circa l’1,5%) che non mostra alcun interesse per la musica.

A riguardo, a partire dagli anni 80 la neuropsicologia della musica si è sviluppata e si è concentra, fin da subito, su disturbi neurologici musicali descritti come amusie. 

Quali tipologie di amusia conosciamo?

 

L’ a-musia può essere congenita o acquisita. 

Quella acquisita, in assenza di alterazioni della percezione uditiva elementare o di turbe intellettive e linguistiche, implica delle difficoltà di comprendere, eseguire ed apprezzare la musica. A sua volta viene distinta in due componenti :

  • Espressiva: perdita della capacità di esprimersi musicalmente;
  • Recettiva: perdita della capacità di ricordare e riconoscere le melodie.

Non stiamo parlando di persone stonate. Queste ultime infatti non sono capaci di emettere note nel modo adeguato, spesso per motivi di mancanza di tecnica e non per amusia. Un “amusico” invece non è in grado di comprendere l’altezza delle note, né di distinguere una melodia da un’altra. Sono persone che mostrano grandi difficoltà nel seguire un ritmo e percepiscono sia la voce che la musica come monotonali.Talvolta gli amusici, nei casi più gravi, non sono capaci di sentire la musica o di distinguere una cantilena da un motivo famoso. Spesso arrivano addirittura a percepire la musica come irritante e sgradevole. 

L’amusia congenita invece consiste in un deficit nell’elaborazione musicale.  Le persone con questa patologia non sono in grado di elaborare l’altezza dei suoni. Ma cosa avviene nel cervello di chi ha un’amusia congenita?

Sono state fatte molte ricerche sui correlati neurali dell’amusia congenita (Peretz, 2008). Il problema sembra essere riconducibile ad un deficit funzionale del sistema fronto temporale destro, in cui la sostanza bianca, a livello del fascicolo arcuato destro, risulta ridotta.(Peretz, 2016).

Le difficoltà che si riscontrano in un amusico congenito riguardano un’incapacità di comprendere se chi sta cantando sia intonato o meno oppure si riferiscono ad una difficoltà nel riconoscere e cantare una melodia familiare senza l’aiuto delle parole. Più specificatamente l’amusia congenita consiste in un disturbo che impedisce di individuare deviazioni di altezza inferiori a due semitoni. Cionostante il cervello delle persone amusiche risponde ai cambiamenti di altezza, ma questo non dà luogo a nessun resoconto cosciente da parte dell’individuo. 

Lo studio dell’amusia si dimostra interessante in quando indaga fino a che punto un’anomalia di connessione fra due sistemi integri dia luogo ad un disturbo di percezione, produzione e apprezzamento della musica. 

 

Peretz I. e Duvan D. Prevalence of congenital amusia. (2016). BioRxiv, doi.org/10.1101/070961

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