Sopra la porta della prima biblioteca del mondo, a Tebe, la tradizione vuole che vi fosse questa iscrizione “La medicina per l’anima”. Che leggere faccia bene non è una novità.  Diversi studi rilevano l’importanza della lettura per il corpo e la mente. 

 

Vediamo qui di seguito i benefici più importanti:

Migliora la concentrazione leggere per 15-20 minuti è un buon allenamento per la nostra attenzione. Con la lettura, il resto del mondo rimane fuori e ci si ritrova immersi in ogni dettaglio;

Migliora il linguaggio a qualunque età più si legge e più si imparano nuovi vocaboli con una ricaduta positiva sulla capacità nell’espressione orale;

Migliora la scrittura  più si legge e più si diventa fluidi nella produzione scritta anche grazie all’influenza degli stili espressivi di altri scrittori;

Migliora il pensiero  la capacità critica e analitica del pensiero vengono stimolate durante la ricerca dei dettagli come ad esempio all’interno di un libro giallo;

Aumenta la conoscenza  qualunque lettura è un tassello che si aggiunge al proprio bagaglio culturale, ampliandolo;

Migliora la memoria  mentre si legge un libro si devono tenere a mente numerosi elementi. I personaggi e i dettagli della trame creano un unico intreccio. Ricordare tutti questi aspetti permette di generare nuove sinapsi rafforzando al contempo quelle già esistenti;

Stimola la mente leggere rappresenta un fattore protettivo contro le demenze; il cervello come i muscoli del corpo ha bisogno di rimanere in movimento!

Allevia lo stress un libro può aiutare a vivere più sereni. Uno studio condotto dall’Università del Sussex rileva il potenziale anti-stress della lettura: leggere 6 minuti al giorno riduce la tensione muscolare e la frequenza cardiaca!

Sappiamo che leggere faccia bene per molte ragioni, una tra queste è legata all’aumento di connessioni che la lettura genera. 

Ma fino a che punto leggere un romanzo modifica le connessioni cerebrali? 

Nel 2013 è stato condotto uno studio presso la Emory University in cui è stato chiesto ai partecipanti di leggere per 9 sere trenta pagine di un romanzo. Ogni mattina, a mente riposata, gli stessi soggetti venivano sottoposti a risonanza magnetica funzionale. 

Cosa hanno rilevato gli studiosi? Hanno riscontrato un aumento di connettività in due aree:

  • A livello del solco centrale del cervello (un’area che separa la corteccia motoria da quella sensitiva). 

L’attivazione di quest’area si spiega come se la lettura fosse uno specchio in cui guardarsi. I movimenti realizzati dai personaggi dei libri attivavano nel cervello dei lettori le stesse aree che si sarebbero attivate se avessero svolto in prima persona quei movimenti. Quest’area del cervello è infatti importante nel rilevare le sensazioni corporee e negli aspetti connessi all’empatia. 

  • A livello del lobo temporale sinistro (un’area associata al linguaggio). 

La maggior connettività cerebrale riscontrata viene spiegata come un effetto della lettura della sera precedente. Tale effetto è stato definito dai ricercatori “effetto ombra”. L’impronta della lettura permane nel cervello fino a cinque giorni dopo che la lettura è finita, ma se il libro che abbiamo letto ci è piaciuto particolarmente può rimanere più a lungo. 

Leggere mantiene il cervello giovane.

Questo è quanto è emerso da una ricerca pubblicata su Neurology in cui la lettura sembra essere in grado di modificare il cervello mantenendolo giovane. 

I ricercatori hanno analizzato post mortem il cervello di 294 ottantenni e dalle analisi è emerso che il declino cognitivo era inferiore nel cervello delle persone che leggevano o che erano dedite ad attività di stimolazione del ragionamento. 

Ma non solo, la lettura è un fattore protettivo nei confronti della demenza. Sappiamo che l’avanzare dell’età espone a particolari fattori di rischio che si associano alla demenza: diabete, ipertensione, obesità, fumo di sigarette, depressione, inattività cognitiva e basso livello di istruzione.

Uno studio longitudinale condotto su 983 soggetti suddivisi tra analfabeti e istruiti (coloro che avevano almeno 4 anni di scolarità) ha rilevato che gli analfabeti hanno una probabilità tre volte superiore di ammalarsi di demenza e tra di loro le donne sono maggiormente esposte allo sviluppo della patologia. 

Sembra proprio che una stimolazione cognitiva continua, esercitata con lo studio, sia fondamentale per mantenere una mente attiva. 

La lettura rientra quindi a pieno titolo tra i fattori di protezione che contrastano l’insorge della demenza!

Meglio la lettura su carta o su schermo?

E’ in corso, ormai da diverso tempo una diatriba tra la lettura digitale e quella su carta stampata. In effetti scegliere quale supporto utilizzare, per un passatempo così importante, non è secondario.

La letteratura, su questo argomento, considera il supporto cartaceo migliore di quello digitale per diversi motivi. Vediamone alcuni nel dettaglio.

  • Innanzitutto sembrerebbe che la lettura su carta faciliti la comprensione e la memorizzazione del testo. Tendiamo a ricordare di più e meglio quello che leggiamo su un libro. 
  • Il supporto cartaceo è in grado di favorire una maggiore concentrazione mentre la lettura su dispositivi spesso è più veloce e frammentaria. Il passaggio da un link all’altro non permette una completa assimilazione del contenuto letto. 
  • Inoltre le persone tendono a mettere in atto un bias cognitivo considerando il contenuto su dispositivi meno importante rispetto a quello su carta. Questo sarebbe causato dalla tendenza ad associare ai device elettronici notizie di poco conto come quelle che spesso si scambiano sui social. 
  • Infine i supporti cartacei consentono il contatto con la carta, permettendo di sfogliare le pagine e di percepire le parole come oggetti fisici. Queste azioni sembrerebbero agevolare l’orientamento all’interno del testo consentendo di ricordare i concetti di interesse. 
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