L’alimentazione  è una delle basi della nostra salute fisica e psicologica. Il cibo, infatti, è legato molto strettamente con la nostra percezione di noi stessi e delle nostre emozioni, rappresentando fin dall’infanzia il premio per un comportamento adeguato o associandosi a momenti felici come le feste di compleanno o i ritrovi di famiglia. Addirittura alcuni famosi marchi di prodotti alimentari sfruttano questi effetti per le proprie campagne pubblicitarie.

 

 

Il cervello e i “cibi spazzatura”

 

Il nostro cervello e il nostro corpo sono in continua interazione con il mondo che ci circonda.

Vi è mai capitato di provare una fortissima voglia di sushi o di fastfood? Il motivo sta nel cervello!

Molti dei cibi “spazzatura”, infatti, contengono sostanze che oltre ad aumentarne il gusto, agiscono sui circuiti cerebrali come delle droghe. Una di queste sostanze è il glutammato monosodico, contenuto anche nella salsa si soia.

Poiché si attivano i circuiti della dopamina, più assumiamo questi cibi più ne sviluppiamo una tolleranza e di conseguenza aumenta la necessità di assumerne per sentirci soddisfatti. Inoltre, queste sostanze sbilanciano il senso di sazietà, portandoci dopo poche ore ad avere voglia di assumere altro cibo.

Se saltuariamente soddisfiamo questa insana voglia di cibo spazzatura non ci sono grandi conseguenze su mente e corpo, ma è importante stare attenti a non abusarne, per evitare conseguenze spiacevoli quali squilibri glicemici, depressione, insulino-resistenza, e via dicendo.

 

 

Funzioni esecutive e abbuffate

 

Le funzioni esecutive rappresentano un insieme di processi cognitivi necessari per il controllo del comportamento, mediando compiti come il decision-making, l’autocontrollo e l’inibizione dei comportamenti.

Le ricerche hanno indagato se l’inabilità di controllare il comportamento alimentare tipica del Binge Eating Disorder (BED) o Disturbo da Alimentazione Incontrollata possa essere una conseguenza di deficit nelle funzioni esecutive e come questo rapporto possa essere peggiorato dai sintomi depressivi.

Sono stati quindi confrontati i risultati ai test neuropsicologici di soggetti sani, pazienti con BED senza sintomi depressivi e pazienti con BED e sintomi depressivi moderato/gravi. I ricercatori hanno scoperto che i test neuropsicologici non differiscono tra i vari gruppi, ma che all’aumentare della sintomatologia depressiva peggiora la percezione delle proprie abilità esecutive nella quotidianità.

I risultati di questo studio mettono in evidenza l’importanza di prendere in considerazione oltre al comportamento alimentare in sneso stretto anche i disturbi psicologici ed emotivi che possono accompagnarlo per ottenere una prognosi migliore.

L’importanza delle sane abitudini alimentari dall’infanzia….

 

Il sovrappeso e l’obesità infantili rappresentano una delle maggiori problematiche legate alla salute del 21° secolo.

Si stima che nel mondo ci siano più di 42 milioni di bambini con meno di 5 anni obesi o in sovrappeso, numeri che cresceranno nei prossimi anni coinvolgendo sia i paesi sviluppati sia quelli in via di sviluppo.

Oltre alle conseguenze sulla salute fisica, una review condotta nel 2016 mostra come queste condizioni possano avere ripercussioni importanti anche sulla salute psicologica. Sovrappeso e obesità appaiono legati negativamente a disturbi psicologici come depressione, peggiore percezione della qualità di vita legata alla propria salute, disturbi comportamentali e psicologici e minore autostima durante l’infanzia.

I bambini sovrappeso sarebbero più a rischio di incorrere in problemi quali stigma, bullismo e prese in giro, che a loro volta avrebbero conseguenze negative sulla salute fisica ed emotiva.

Rimane però poco chiaro se le difficoltà psicologiche siano una causa o una conseguenze dei problemi legati al peso. Una buona pratica di prevenzione già da bambini sia potrebbe però influire positivamente sia sul comportamento alimentare sia sull’affettività.

 

…alla terza età

 

L’aumento esponenziale della popolazione anziana sta conducendo a migliorare le strategia per rimanere in salute sempre più a lungo.

Secondo i dati raccolti dal progetto “Passi d’argento”, il 60% degli individui tra i 65-74 anni, il 53% di coloro tra i 75 e gli 84 e il 42% degli over 85 sono sovrappeso/obesi.

Anche il modo di mangiare influenza la nostra salute, e in particolare l’età che avanza determina necessità differenti anche dal punto alimentare. Con il passare degli anni:

  • il peso corporeo e la massa muscolare diminuiscono, rendendo necessari dei cambiamenti nel proprio stile alimentare.
  • l’acuità sensoriale diminuisce con gli anni, ed è di fondamentale importanza comprendere come tali cambiamenti influiscano sulla percezione dei cibi.
  • l’esperienza stessa della preparazione e del consume dei pasti si modifica a causa di barriere fisiche (disabilità) o fattori psicosociali (solitudine).

 

Promuovere un invecchiamento attivo e di salute attraverso la dieta è una tematica primaria nella società attuale e prevede il coinvolgimento di molte figure professionali.

 

 

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