L’adolescenza è un periodo della vita caratterizzato da conflitti, ribellioni, voglia di libertà e al contempo dal bisogno di sentirsi rassicurati. Se a questo quadro si aggiungono difficoltà inespresse, continui insuccessi scolastici o forti carenze il disagio del ragazzo può sfociare in veri comportamenti anticonformistici.

 

Molto spesso quando un disturbo specifico dell’apprendimento, come una dislessia, non viene sospettato dagli insegnanti e non viene diagnosticato dagli operatori sanitari, il bambino tende ad essere giudicato dagli insegnanti e dai genitori pigro e svogliato. Ben presto possono iniziare delusioni e frustrazioni che continuano e che si fanno più pesanti all’ingresso della scuola media inferiore.

Pertanto è molto importante riconoscere le fragilità del ragazzo per evitare una serie di conseguenze come:

  • non favorire la formazione di una buona autostima nell’adolescente;
  • influenzare negativamente le relazioni con i pari;
  • far sperimentare costantemente la sensazione di difficoltà scolastica;
  • rafforzare nell’adolescente l’immagine dei genitori come figure giudicanti e screditanti a causa degli insuccessi scolastici;
  • spingere il ragazzo ad allontanarsi dalla scuola favorendo l’abbandono scolastico;
  • portare all’emergenza di condotte sociali devianti o antisociali.

 

Si ritiene infatti che molti percorsi adolescenziali devianti connotati da violenza, alcool e tossicodipendenza abbiano come comune denominatore difficoltà scolastiche la cui causa principale è la dislessia. Nelle carceri minorili il 25% degli adolescenti risulta dislessico. Il 50% degli adolescenti che si suicidano hanno avuto ripetuti insuccessi scolastici: la causa di questi insuccessi è spesso proprio la dislessia. Inoltre disturbi depressivi e d’ansia negli adolescenti con dislessia sono 3-6 volte più frequenti che nella popolazione generale.

Risulta quindi importante non escludere, in un adolescente fragile, l’impatto che possono avere le difficoltà scolastiche nella sua vita.  Meglio attivarsi (anche alle medie) che continuare ad ignorare o a sottovalutare un problema.

Un problema che se intercettato, potrebbe migliorare non solo il rendimento scolastico, ma soprattutto la qualità della vita del giovane.

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