L’endometriosi è una patologia cronica e debilitante che colpisce circa il 10% delle donne e si manifesta con l’accumulo di cellule endometriali al di fuori dall’utero. L’eziopatogenesi dell’endometriosi è complessa e, seppur non è ancora del tutto chiara, sembra coinvolgere fattori genetici, infiammatori e nervosi (legati alla sensitivizzazione periferica).

Un grave problema, inoltre, riguarda il ritardo delle donne nell’arrivare a una diagnosi corretta, in quanto purtroppo molto spesso il dolore femminile viene sottovalutato anche in ambito medico.

Ad oggi, non esiste un trattamento risolutivo per questa patologia, ma è possibile intervenire chirurgicamente e sullo stile di vita per migliorare la condizione clinica delle pazienti.

Vediamo più nello specifico di cosa si tratta

 

Che cos’è l’endometriosi

I sintomi principali associati all’endometriosi sono l’infertilità/subfertilità, la fatica cronica e il dolore, che può assumere differenti forme:

  • dolore pelvico cronico
  • dismenorrea: dolori associati al ciclo mestruale
  • dispaurenia: dolore all’inizio dell’atto sessuale o di qualsiasi attività sessuale che implica la penetrazione
  • disuria: difficoltà o dolore nell’emissione di urina
  • dischezia: difficoltà o dolore nella defecazione

 

Questi sintomi, che si manifestano più intensamente nel periodo mestruale, premestruale e durante l’ovulazione, hanno un importante impatto negativo sulla qualità di vita delle persone che ne sono affette.

Per chi soffre di endometriosi, inoltre, c ‘è un alto rischio di recidiva (dal 20 al 50% dei casi) entro i 5 anni dal trattamento.

 

Trattamenti possibili

Esistono numerose strategie terapeutiche per trattare l’endometriosi, come chirurgia, terapie ormonali e farmaci antinfiammatori non steroidei. Tuttavia, l’efficacia dei trattamenti medici convenzionali è limitata o intermittente nella maggior parte dei pazienti a causa degli effetti collaterali associati.

I trattamenti vanno modulati a seconda che il disturbo principale sia il dolore o la subfertilità. Entrambi i sintomi possono essere trattati attraverso i farmaci o il trattamento chirurgico. L’obiettivo principale del trattamento chirurgico o ormonale è la rimozione dei depositi endometriali, con conseguente riduzione del dolore e aumento delle possibilità riproduttive.

Secondo una review Cochrane del 2014, la soppressione del ciclo mestruale e il trattamento laparoscopico possono avere effetti benefici sul dolore. Non ci sono invece cure mediche consigliate per migliorare fertilità naturale nelle donne con endometriosi.

 

La riabilitazione del pavimento pelvico

Per le persone che soffrono di endometriosi, l’ostetrica può essere un’alleata importante per combattere il dolore pelvico cronico, uno dei sintomi più invalidanti di questa patologia.
Se il dolore non viene trattato, infatti, andrà ad aggravarsi e a peggiorare la salute fisica, psicologica e relazionale della persona. In particolare, possono esserci conseguenze negative nell’ambito della sessualità.
L’ostetrica interviene nella lotta contro il dolore pelvico attraverso la cosiddetta “ginnastica del pavimento pelvico”. Questo termine in realtà è riduttivo, in quanto si tratta di una vera e propria riabilitazione, che avviene dopo una valutazione funzionale e dopo l’impostazione di un intervento terapeutico che si avvale di molti strumenti.
Per saperne di più, consigliamo il blog di Associazione Progetto Endometriosi  (link in sotografia).

 

Conseguenze psicologiche 

 

La letteratura recente ha mostrato che l’endometriosi influisce negativamente sul benessere psicologico di chi ne è affetto e sulla qualità di vita. In particolare, è possibile osservarne le conseguenze sia sull’attività lavorativa sia sulla vita privata. I frequenti dolori associati al ciclo mestruale, infatti, portano spesso la persona ad assentarsi dal lavoro, con conseguenze negative sulla produttività, sui rapporti con superiori e colleghi e sulla soddisfazione lavorativa.

A livello relazionale, si osservano maggiori difficoltà sia nella donna sia nel partner a livello sessuale, a causa del dolore pelvico. Per questo tipo di problemi, sembra che gli interventi multimodali, che integrano la presa in carico psico-sessuologica e biomedica e che si rivolgono sia all’individuo sia alla coppia siano i più efficaci.

I risultati di una recente narrative review hanno suggerito che la principale fonte di stress è identificata nel dolore. Chi ne soffre in modo più intensi, infatti, ha una maggior tendenza a reprimere le proprie emozioni, a catastrofizzare e avere uno stile di coping passivo.

Sebbene ci siano delle manifestazioni psicopatologiche più comuni, è chiaro che una patologia come l’endometriosi assume senso se la comprendiamo alla luce della storia personale della persona, e soprattutto dei suoi progetti di vita.

Per esempio, poiché tale patologia è legata al rischio di infertilità, una grande differenza è data dal progetto o meno della donna di diventare madre. In linea di principio, anche se la paziente non ha mai considerato questa opzione, probabilmente trovarsi di fronte a questa opzione farà avvertire una chiusura di possibilità di azione, con conseguente vissuto di tipo depressivo.

Secondo la Fondazione Italiana Endometriosi, inoltre, uno dei sintomi comuni per le donne con endometriosi è la sensazione di “mente offuscata”, cioè confusione, scarsa memoria e difficoltà di messa a fuoco.

Bibliografia

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Sitografia

Fondazione Italiana Endometriosi

A.P.E. Associazione Progetto Endometriosi

 

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