Quando si parla di funzioni esecutive, si intende l’insieme dei processi cognitivi superiori che dirigono, pianificano, supervisionano le funziono di base (linguaggio, memoria, percezione, controllo motorio) per ottenere dei comportamenti orientati a uno scopo.
Le funzioni esecutive entrano in gioco quando:
- pianifichiamo una serie di azioni o movimenti
- vogliamo raggiungere un obiettivo
- vogliamo trattenerci dal mettere in atto dei comportamenti non socialmente adeguati
- abbiamo bisogno di regolare il nostro stato emotivo
Le funzioni esecutive hanno a che fare con le attività che richiedono un’elaborazione delle informazioni complessa ed entrano in azione quando bisogna affrontare problemi astratti e attività orientate a uno scopo. Le aree del cervello che costituiscono la base neurale a questa abilità sono i lobi frontali, che sono tra le aree più “giovani” del cervello sia a livello della storia dell’essere umano sia all’interno dello sviluppo del singolo individuo. I lobi frontali sono costituiti dalla corteccia motoria e dalla corteccia prefrontale, che si divide a sua volta in dorsolaterale (importante per i processi esecutivi) e orbitofrontale (coinvolta nell’elaborazione emotiva e nei processi decisionali).
Queste abilità entrano in gioco in moltissime attività che prevedono un lavoro di pianificazione e organizzazione. Pensare le proprie giornate e riportare gli impegni su un’agenda, tenendo conto di diversi orari di apertura dei negozi, del percorso più veloce da fare per raggiungere una serie di posti, dei nostri orari di lavoro, è un grandissimo lavoro per le nostre funzioni esecutive.
Anche la preparazione di un viaggio richiede l’utilizzo di queste abilità cognitive: sceglier la destinazione, tenere conto del clima, non superare il budget a disposizione, organizzare le visite in maniera da riempire le giornate di viaggio ma anche di riuscire comodamente a effettuare gli spostamenti necessari.
Funzioni esecutivi in adolescenza
I lobi frontali sono l’area del cervello più giovane a livello dello sviluppo filogenetico e ontogenetico dell’essere umano. Ciò vuol dire che tale zona cerebrale è l’ultima a essere apparsa nella specie umana, ed è quella per la cui maturazione completa sono necessari più anni durante la vita del singolo individuo. In particolare, i lobi frontali completano la loro maturazione nella prima età adulta, e con loro le abilità cognitive di cui essi sono i mediatori: pianificazione, impulsività, inibizione, regolazione emotiva.
L’adolescenza costituisce il periodo di vita immediatamente precedente al completamento dello sviluppo cerebrale, e spesso è un momento in cui i ragazzi sperimentano comportamenti e sostanze che possono essere dannosi per la loro crescita.
È quindi logico chiedersi in che modo l’uso di alcol e droghe influenza il cervello dei nostri giovani. Uno studio pubblicato nel 2016 sulla rivista Cerebral Cortex ha studiato longitudinalmente un gruppo di ragazzi con Disturbo da Uso di Cannabis (DSM 5), confrontandoli con un gruppo di soggetti sani, rilevando come l’uso di cannabis sia associato a una diminuzione della connettività funzionale nella corteccia cingolata anteriore e nella ciorteccia frontale dorsolaterale e orbitofrontale.
Tale minore funzionalità sembra predire un maggiore utilizzo di cannabiniodi per i seguenti 18 mesi, che a sua volta predice un più basso quoziente intellettivo e un funzionamento cognitivo più lento.
Effettivamente, l’uso/abuso di alcol e #roghe sembra avere un effetto negativo sullo sviluppo finale dei lobi frontali, ma non adi altre aree del cervello che maturano prima, come l’amigdala e l’ippocampo.
Lobi frontali e truffe agli anziani
Il processo decisionale economico (tra cui rientrano gli acquisti) sembra avere luogo nella corteccia orbitofrontale e fa parte di quell’insieme di funzioni esecutive “calde”, cioè che necessitano dell’apporto non solo del pensiero razionale ma anche dei processi emotivi.
Da molti studi effettuati negli anni, la popolazione anziana sana (cioè non affetta da disturbi cognitivi o psichiatrici) sembra essere
maggiormente a rischio di essere vittima di truffe. Sembra infatti che la maggior propensione a essere vittimizzati dipenda da difettuali abilità di decision making.
La spiegazione di questa maggiore difficoltà risiede nella “Frontal Lobe Hypotesis“, secondo la quale una parte di anziani subisce dei cambiamenti legati all’età nelle strutture prefrontali del cervello
Tale cambiamento porterebbe a più difficoltà in:
- ragionamento
- abilità di giudizio
- stime cognitive
- velocità di elaborazione
Questo comporterebbe che anche nel contesto di memoria, apprendimento e funzioni intellettive generali preservate, gli anziani sarebbero più fragili a livello cognitivo e quindi più spesso vittime di loschi individui. Ovviamente questi accadimenti sono spessi accompagnati da un vissuto emotivo negative, relativo alla diminuzione della propria indipendenza e della lucidità mentale.