L’isteria è probabilmente uno dei quadri psicopatologici più noti nell’immaginario comune, ma forse non tutti sanno che si tratta anche di uno dei disturbi mentali più antichi ad essere stato descritto.

Il termine isteria deriva dalla parola greca ὑστέρα (utero) e viene utilizzato per la prima volta da Ippocrate per definire la condizione di cui soffrivano alcune donne che riportavano difficoltà respiratorie, senso di soffocamento, attacchi epilettici, mutismo, paralisi artificiali e nevralgie. Il padre della medicina riteneva l’utero potesse spostarsi dalla sua posizione originaria fino a raggiungere il cuore o la testa causando i sintomi sopra riportati.

L’isteria viene inserita per la prima volta tra i disturbi mentali da Paracelso a cavallo tra il 1400 e il 1500.

Gli studi più famosi sull’isteria rimangono, comunque, quelli di Charcot prime e di Freud dopo.

Charcot, neuropsichiatra francese, cominciò a lavorare all’Istituto Salpêtrière nel 1862 dove erano ricoverati centinaia di pazienti affetti da malattie mentali. A seguito di un gran numero di osservazioni di questi pazienti, Charcot definì l’isteria come una nevrosi in assenza di un danno anatomico specifico che si manifestava con attacchi periodici. Fino a questo momento l’isteria era stato definito come un disturbo esclusivamente femminile, ma Charcot cercò di scardinare questa credenza sostenendo che l’isteria non avesse nulla a che fare con l’utero.

Gli studi di Charcot fecero sicuramente presa sulla comunità scientifica dell’epoca e diventarono il punto di partenza della carriera di Sigmund Freud.

Insieme a Breuer pubblicò nel 1893 “On the Psychical Mechanism of Hysterical Phenomena: A Preliminary Communication” a cui fece seguito il volume “Studien über hysterie”. Freud sosteneva, generalizzando il caso di Anna O., che i sintomi dell’isteria avessero un preciso significato psicologico e non dipendessero, come sostenuto fino ad allora, da una degenerazione del sistema nervoso. L’esordio dell’isteria veniva sempre ricondotto ad un episodio traumatico per il paziente che era stato rimosso. Freud con il tempo cominciò a sostenere che l’eziologia del disturbo fosse sempre di natura sessuale. La sessualità infantile diventò uno dei pilastri su cui fondò la psicanalisi e le attribuì un ruolo primario tra le cause delle nevrosi.

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