All’interno dell’approccio cognitivo neuropsicologico l’isteria viene letta non come l’esito di un processo, ma come un modo di fare esperienza di sè e del mondo a livello preriflessivo; comprendere l’isteria significa comprendere come una persona mantiene il proprio senso di stabilità personale nell’incontro con la sua esperienza. L’emozionarsi per l’isterico si configura come un sentirsi carnalmente e il senso di stabilità personale varierà in conseguenza alla tendenza a focalizzarsi maggiormente sul corpo o sull’altro (Liccione, 2011).

La personalità isterica sente, usa e vive il proprio corpo in modo ipersensibilizzato, determinando una distorsione profonda sia relazionale sia esistenziale. Il corpo diviene l’unico protagonista dell’esperienza e la realtà
viene accettata solo mediata da questo. L’esperienza rimane arretrata rispetto al corpo, il quale vive molteplici disagi, sofferenze e rimandi soggettivi. L’abnorme percezione del corpo influenza la percezione che la persona ha del mondo, i suoi orizzonti di attesa e modula le relazioni. Per avere una conferma del proprio esistere, l’isterico “vive per gli occhi dell’altro e di fronte all’altro”, ma non incontra l’altro (Lorenzi, 2009). Il corpo è un oggetto che viene utilizzato per creare un rapporto con l’alterità, ma il corpo si sostituisce all’emotività e diventa strumento per una continua conferma del proprio esistere.

Le modificazioni del pensiero nosografico hanno portato a frammentare i sintomi di quella che un tempo era una condizione omogenea. L’ottica proposta da Lorenzi cerca di riportare l’attenzione su l’espressività polimorfa di questa patologia che usa il corpo come teatro per drammatizzare disagi e conflitti esistenziali, oltre che per affermare la propria sicurezza che altrimenti sarebbe vuota e insignificante. Il problema critico, messo in evidenza da Lorenzi, è comprendere quale area medica possa farsi carico della complessità di queste problematiche. Lorenzi ha delineato una fisiologia dell’esperienza del corpo vissuto, la quale necessita di un’area professionale per affrontare la complessità delle problematiche, che abbia conoscenze tecniche nell’ambito della medicina interna e che abbia anche una formazione in ambito psicopatologico, con una particolare conoscenza delle dinamiche relazionali.

Lorenzi mette in evidenza come Il paradigma dell’esistenza isterica si può ritrovare nelle derive esibizionistiche che l’attuale società dello spettacolo richiede, all’interno della quale si esiste solo per essere visti, riconosciuti, investiti di desiderio e di sentimenti dagli altri e si finisce per essere despoti a cui votarsi, in un rapporto di profonda dipendenza.

 

Bibliografia

Liccione, D. (2011). Psicoterapia cognitiva neuropsicologica, Torino, Bollati Borighieri.

Lorenzi, P. (2009). Il corpo vissuto. Firenze: SEID editori

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