La complessità della storia dell’isteria si riflette anche nel modo in cui è stata inserita all’interno del DSM (Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders).
Il DSM è un manuale diagnostico il cui scopo consiste nell’identificare le psicopatologie e le possibili cause; tuttavia, questa operazione in ambito psichiatrico non è così scontata e si corre il rischio di ridurre i disturbi mentali a categorizzazioni che banalizzano il costrutto.
 
Le categorie nosografiche del DSM, infatti, faticano a cogliere il concetto di isteria nella sua interezza e la conseguenza è stata una parcellizzazione del costrutto nel corso degli anni in diagnosi diverse.
Non è possibile con questo approccio individuare l’interezza dell’esperienza soggettiva del soggetto isterico e così l’isteria viene frammentata nelle diagnosi di Disturbi Somatoformi, Dissociativi e di Personalità (Disturbo Istrionico di Personalità).
Con la pubblicazione del DSM III nel 1980, il concetto di “nevrosi isterica” e il termine isteria vengono completamente abbandonati e rimossi dal manuale. I sintomi che prima facevano capo ad un’unica diagnosi sono stati suddivisi in sindromi distinte.
La nevrosi Isterica di tipo conversivo diede vita alla categoria dei Disturbi Somatoformi, la nevrosi Isterica di tipo dissociativo divenne parte della categoria dei Disturbi Dissociativi e il Disturbo Isterico di Personalità venne rinominato Disturbo Istrionico di Personalità.
Nel DSM-5 (2013) l’intera sezione dei Disturbi Somatoformi del DSM-IV è stata rinominata Disturbi da Sintomi Somatici e Disturbi Correlati e ne fanno parte:
  • Disturbo da sintomo somatico
  • Disturbo d’ansia da malattie
  • Disturbo da conversione
  • Disturbo fittizio

 

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