Negli ultimi anni si sente sempre più spesso parlare di omeopatia e frequentemente ci si domanda quale efficacia abbiano questi trattamenti rispetto ai farmaci tradizionali o al placebo. In occasione della Giornata Mondiale dell’Omeopatia, abbiamo voluto dedicare un approfondimento al rapporto tra questo approccio, che appartiene più in generale alla Medicina Complementare e Alternativa (CAM), e il trattamento dei disturbi psicologici.

La Medicina Complementare e Alternativa può essere definita come quell’insieme di pratiche diagnostiche e trattamenti che si discostano dalla medicina tradizionale, quali omeopatia, agopuntura, fototerapia, integratori alimentari (per es Omega-3), fototerapia, ecc. In particolare, gli approcci alternativi, lontani dai concetti della medicina tradizionale, mirano a sostituirsi a essa; gli approcci complementari indicano invece pratiche coerenti con l’approccio medico occidentale e possono inserirsi in un trattamento integrato (Freeman et al., 2010; Shultz & Hede, 2018).

CAM e disturbi psichiatrici

Tra le pratiche di Medicina Complementare e Alternativa, l’omeopatia sembra essere quella maggiormente diffusa per il trattamento dei disturbi psichiatrici. Una recente meta-analisi mostra che i farmaci omeopatici però sembrano non avere effetto sui disturbi legati all’ansia e allo stress, mentre risulterebbero moderatamente efficaci per alleviare i sintomi dei disturbi somatici, in particolare la fibromialgia e la sindrome da fatica cronica (Davidson et al., 2010).

Non esistono invece abbastanza prove relative all’efficacia dei prodotti omeopatici per la depressione (Pilkington et al., 2005). Per contro, il Disturbo Depressivo Maggiore è la patologia psichiatrica che sembra maggiormente associata con l’utilizzo di CAM, ma il 79% dei pazienti dichiara di non aver rivelato al proprio psichiatra/psicoterapeuta di fare ricorso a tali approcci, che sono considerati dalle persone più naturali e meno stigmatizzanti degli approcci tradizionali e per questo molto appetibili (Freeman et al., 2010). In relazione al disturbo depressivo, inoltre, gli autori sottolineano un aspetto critico dell’utilizzo delle pratiche CAM: il ritardo all’accesso ad altre cure con dimostrazioni scientifiche di efficacia (psicoterapia e psicofarmaci). Tale ritardo, infatti, è particolarmente rilevante in quanto la depressione si caratterizza come un disturbo grave e potenzialmente legato alla suicidarietà se non trattato.

CAM e demenze

Tra i sintomi delle patologie neurodegenerative (Malattia di Alzheimer, Demenza Vascolare, ecc.) vi sono anche i BPSD, cioè i sintomi della sfera psicologica e comportamentale. Tali problematiche possono essere esacerbate dalla presenza di dolore non trattato, soprattutto quando si presenta in persone che a causa della patologia neurologica hanno perso le abilità di comunicare (Allegri et al, 2014). Alcune indagini mostrano che l’aromaterapia potrebbe apportare dei benefici sulla qualità di vita dei pazienti con demenza residenti in casa di riposo,  oltre che a essere considerata con intresse favorevole sia dallo staff sia dai caregiver. Da un’analisi della letteratura scientifica su questo tema condotta nel 2017 emerge che l’aromaterapia, sebbene sia una pratica sicura e non nociva, non comporta miglioramenti sintomatologici, mentre sembrerebbero più utili i trattamenti legati al tocco e all’interazione umana, come la riflessologia. Sebbene le esperienze stimolanti a livello multisensoriale si siano rivelate efficaci per il trattamento dei sintomi psicologici e comportamentali delle demenze, soprattutto nelle fasi più avanzate, gli autori spiegano la mancanza di effetto dell’aromaterapia come una conseguenza dei frequenti problemi legati all’olfatto che si presentano in questa popolazione.

Ma quindi, l’omeopatia è efficace?

Secondo la letteratura analizzata al fine della stesura di questo articolo, ci sono ancora molti dubbi e poche evidenze sull’effettiva efficacia dei trattamenti omeopatici. In particolare, sembrerebbe che gli approcci di Medicina Complementare e Alternativa siano maggiormente utili nell’alleviare i sintomi legati a disturbi somatici, come fibrobialgia, fatica cronica e dolore. Tuttavia non sono presenti prove dell’efficacia di tali approcci relativamente a ansia, disturbi legati allo stress e depressione.

 

Bibliografia

Allegri N., Govoni S., Mennuni S., Trabucchi M. (2014). Identificazione e trattamento del dolore cronico nella demenza. Fighting Pain Vol. 1(3), p 23

Davidson, J. R., Crawford, C., Ives, J. A., & Jonas, W. B. (2011). Homeopathic treatments in psychiatry: a systematic review of randomized placebo-controlled studies. Journal of Clinical Psychiatry72(6), 795.

Freeman, M. P., Fava, M., Lake, J., Trivedi, M. H., Wisner, K. L., & Mischoulon, D. (2010). Complementary and alternative medicine in major depressive disorder: the American Psychiatric Association Task Force report. Journal of Clinical Psychiatry71(6), 669.

Pilkington, K., Kirkwood, G., Rampes, H., Fisher, P., & Richardson, J. (2005). Homeopathy for depression: a systematic review of the research evidence. Homeopathy94(03), 182-195.

Schulz, P., & Hede, V. (2018). Alternative and complementary approaches in psychiatry: beliefs versus evidence. Dialogues in clinical neuroscience20(3), 207.

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