Le differenze nel modo in cui vengono trattati uomini e donne e i ruoli sociali ad essi richiesti sono spesso giustificati asserendo che esistono delle diversità a livello di strutture cerebrali, che darebbero luogo all’esistenza di un “cervello maschile” e un “cervello femminile”. Secondo questa posizione, l’esistenza di due categorie così distinte a livello cerebrale si rifletterebbe in tutta una serie di caratteristiche comportamentali, cognitive, psicologiche, relative agli atteggiamenti e alla personalità tipicamente maschili e femminili.

In Europa, per esempio, la maggior parte dei laureati in materie tecnico-scientifiche (com per esempio ingegneria, matematica, biologia, ecc.) sono uomini.

È possibile che ciò accada perché i maschi sono più “portati” per questo tipo di materie, mentre le femmine sono maggiormente propense a condurre studi in ambiti quali la psicologia, l’educazione che generalmente conducono a svolgere lavori dii cura della persona.

 

 

Insegnare la scienza

 

Già ben prima dell’età scolare, per esempio, i bambini sono esposti a tematiche scientifiche in modo informale attraverso il web, la tv, le visite ai musei e le attività che svolgono con i propri genitori.

Alcuni studi evidenziano che, al momento dell’inizio della scuola, i bambini possiedono già delle teorie scientifiche ingenue, per spiegare eventi ed entità biologici, psicologici, fisici e geologici. Lo sviluppo di tali teorie dipende in larga parte da come negli ambienti quotidiani i genitori hanno affrontato tematiche relative alla spiegazione della struttura causale di eventi e fenomeni. La modalità in cui i genitori favoriscono la spiegazione di tal relazioni, può facilitare di molto lo sviluppo delle abilità scientifiche e di risoluzione dei problemi.

È stato dimostrato che i genitori, però, sono più propensi a fornire spiegazioni scientifiche durante le visite ai musei ai bambini maschi rispetto alle femmine, già dall’età di 1-3 anni. Questo comportamento, probabilmente inconsapevole, favorisce la creazione di un gap di genere, che porterà le bambine a partire svantaggiate quando inizieranno la scuola.

Le differenze evidenziate nello spiegare argomenti scientifici permane anche durante gli anni di scuola: già negli anni ’90 sono stati eseguiti molti studi che osservavano come le conversazioni insegnante-studenti fossero diverse a seconda del genere: gli insegnanti incoraggiano molto più spesso i maschi nel fare domande, commenti integrativi e spiegare il proprio pensiero.

Sebbene probabilmente questo atteggiamento è frutto dell’applicazione di stereotipi inconsapevoli, conduce i maschi allo sviluppo di una conoscenza concettuale della scienza più approfondita, che sfocia in un maggior interesse nella prosecuzione degli studi in tale ambito.

 

 

Cervello maschile e femminile

 

Abbiamo visto che le differenti propensioni per la scienza di maschi e femmine derivano almeno in parte da come fin da piccoli si viene educati. Anche a livello cerebrale, non sembra esistere una netta differenza tra “cervello maschile” e “cervello femminile”.

Daphna Joel e il suo team, infatti, hanno studiato attraverso la risonanza magnetica funzionale le immagini cerebrali di 1400 individui, mostrando come le caratteristiche della sostanza bianca, della sostanza grigia e delle connessioni cerebrali fossero sostanzialmente sovrapposte tra i due generi. Secondo questi ricercatori, difficilmente esistono cervelli che si situano ai poli del continuum femminile-maschile, ma le caratteristiche cerebrali degli individui si distribuirebbero “a mosaico”.

Pochi mesi dopo questa diatriba, nel novembre 2016, è apparsa una review sul Journal of Neuroscience Research, a cura di Anna Grabowska, che tentava di sistematizzare i vari risultati.

Secondo questa autrice esistono effettivamente alcune differenze strutturali tra maschi e femmine, ma non tutte darebbero luogo a caratteristiche comportamentali distinte, quanto piuttosto potrebbero essere la conseguenza delle diverse richieste sociali.

 

In conclusione, più che da una propensione innata o dal differente funzionamento cerebrale e cognitivo, le differenze nello studio delle materie scientifiche sono più efficacemente spiegate dal modo in cui fin da piccoli, maschi e femmine vengono spinti a interessarsi a ciò che culturalmente, a scuola e in famiglia, noi adulti riteniamo più adatto a loro.

 

Bibliografia

Crowley, K., Callanan, M. A., Tenenbaum, H. R., & Allen, E. (2001). Parents explain more often to boys than to girls during shared scientific thinking. Psychological Science12(3), 258-261.

Grabowska, A. (2017). Sex on the brain: Are gender‐dependent structural and functional differences associated with behavior?. Journal of Neuroscience Research95(1-2), 200-212.

Joel, D., Berman, Z., Tavor, I., Wexler, N., Gaber, O., Stein, Y., … & Liem, F. (2015). Sex beyond the genitalia: The human brain mosaic. Proceedings of the National Academy of Sciences112(50), 15468-15473.

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